IL COLORE PER GLI ARTISTI

“Un mondo senza colori sarebbe un mondo senza vita” affermava Johannes Itten – pittore svizzero e maestro di Belle Arti – nel suo libro “L’arte del colore“. E ancora: “I colori sono idee primordiali generate dalla luce e dal suo contrario, l’oscurità. Come la fiamma produce la luce, la luce genera i colori. I colori sono creature della luce e la luce è la madre dei colori. La luce, fenomeno primo dell’universo, ci rivela nei colori lo spirito e l’anima vitale del nostro mondo. L’essenza primordiale del colore è un’armonia onirica, è musica divenuta luce.”

Molto affascinante, ma molto piu ‘creativa’ oserei dire, è l’idea che aveva a riguardo, l’artista francese precursore della Body art, Yves Klein: “i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri abitanti dello spazio”.

Ma il colore è anche “bruta materia”. Una sostanza che si può toccare, annusare, assaggiare. Un qualcosa che si può anche ascoltare… Il rapporto con il colore può diventare qualcosa anche di molto fisico, una relazione tattile e gestuale. Spalmare il pigmento colore con le dita, con il corpo, con la violenza del lancio, costituisce un atto liberatorio che l’uomo ha sperimentato fin dalle prime forme espressive d’arte primitiva – come ci suggeriscono le pareti dipinte delle caverne – fino ai filoni artistici contemporanei come la Body art e l’Action painting.

Anche Tiziano Vecellio, pittore cinquecentesco, nei suoi ultimi dipinti dove la composizione tonale si impostava su di un unico colore dominante, realizzava spesso i suoi effetti chiaroscurali con i polpastrelli al posto del pennello. Lo si può notare, aguzzando la vista e osservando attentamente il dipinto qui di fianco intitolato: “Incoronazione di spine”.

Questo effetto dell’immagine non è evidente in Tiziano quanto nelle opere di William Turner – pittore romantico di fine settecento – che usava questa tecnica per donare un ‘tocco’ di spiritualità in più ai suoi quadri. L’artista, sfumava l’intera composizione e dissolveva quasi completamente l’oggetto raffigurato, tanto che alcuni lo considerano addirittura il primo ‘pittore astratto’ europeo. Inoltre, si narra che la morte di questo grandissimo pittore inglese sia stata causata, in parte, dal fatto che si cibasse senza neanche pulirsi le mani ancora imbrattate di colore… E poi arrivò Van Gogh, che ad un certo punto i colori cominciò a mangiarli direttamente dal tubetto!

William Turner, “Tempesta di neve, battello a vapore al largo di Harbour’s Mouth” (1842)

Una composizione artistica fatta di soli colori è in grado di produrre sensazioni analoghe a quelle provocate dall’ascolto di una sinfonia. E che il colore dona alla forma una certa musicalità intensamente spiritualizzata, lo sapeva bene il pittore russo Vasilij Kandinskij. L’artista espressionista, incominciò a dipingere i primi quadri non figurativi nei primi del novecento ed essendo anche un vioncellista, cercò di scoprire la sonorità musicale delle tinte. Non a caso, scrisse: “Da un punto di vista musicale l’azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo“. Proprio per rimarcare l’essenza sonora delle sue opere, Kandinskij prende in prestito termini dal mondo musicale come “composizione” e “improvvisazione” per intitolare alcune sue opere.

Vasilij Kandinskij, “Composizione VIII” (1923)

D’altra parte per lui “il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde”.
L’aspetto fondamentale dell’arte astratta sarà il concetto musicale dei colori. Un quadro astratto e una composizione musicale, possono suscitare emozioni senza far ricorso alla figurazione per la sola capacità evocativa del mezzo espressivo. Insomma, i colori sono in grado di toccare corde profonde e produrre stimoli percettivi particolari.

Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita.

– Pablo Picasso –

La capacità di un colore di produrre percezioni multisensoriali è detta sinestesia, non riguarda solo gli effetti sonori ma anche quelli termici e allegorici: un colore come il rosso può produrre insieme una sensazione di caldo, ma anche di energia fisica, di sapori piccanti, di allegria. Il colore gioca un ruolo di vitale importanza nel mondo in cui viviamo. Può influenzare il pensiero, cambiare le azioni, provocare reazioni, irritare o lenire gli occhi, aumentare la pressione sanguigna o sopprimere l’appetito. Il colore è come una forza alchemica che ha la capacità di alterare uno spazio, uno stato d’animo o persino una mentalità. È un’energia che opera su di noi positivamente o negativamente, pur se non ne abbiamo coscienza.