Quello dell’arte è un universo astratto, spesso immaginario. Lo definirei come “una finestra sull’idea che l’artista si è fatto del mondo“, ma non direttamente sul mondo dove ha vissuto. “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”, diceva Paul Klee.
Quadri, scenografie, ritratti, sculture, murales, installazioni…
L’atto di raffigurare qualcosa è quindi un modo per creare un’altra realtà, un mondo parallelo dove può succedere di tutto, tranne ciò che accade nel mondo reale. “Solo la realtà è davvero realistica”. Diventa inutile quindi cercare di rappresentarla in modo fedele, trovo più interessante lavorare sull’essenziale, su quello che è “invisibile agli occhi”, come narrava Il Piccolo Principe.
Alcune mie opere comunicano un messaggio preciso, ben definibile con le parole. A volte invece la pittura mi permette di comunicare qualcosa che non appartiene all’universo del pensiero e del concetto. Ciò che arriva all’osservatore cambia da persona a persona e questo aspetto lo trovo molto affascinante.
Dipingo inoltre su ogni supporto che la città mi offre, dagli oggetti di recupero alle serrande, passando per i muri ovviamente!
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